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Le statue parlanti

La Congrega degli Arguti: storia del dissenso a Roma
Pasquino

Sì, avete letto bene il titolo. Anche a me, sembrava strano quando ero bambina e a dire il vero mi facevano anche un po’ paura. Se non potevo evitare le strade delle statue parlanti o se mi dimenticavo di loro e me le ritrovavo davanti all’improvviso, allungavo il passo. Ero terrorizzata al pensiero che potessero rivolgermi parola.

E se tuttavia capitava che di giorno ci passavo, anche se mano nella mano con mia nonna, la notte sognavo che scendevano dal piedistallo o uscivano dal muro e mi correvano dietro facendo dei grandi saltelli. Sì perché le statue parlanti di Roma sono 6 ma quelle che io vedevo più spesso erano 3 e queste tre non hanno le gambe o, nel caso del cosiddetto Abate Luigi, le gambe sarebbero sotto la lunga tunica e quindi non si vedono.

La più famosa statua parlante di Roma è l’unica delle 6 che parla ancora e i romani l’hanno chiamata Pasquino. Una vera popstar!

Questa statua fu ritrovata nel 1501, a piazza Navona, all’angolo con via della Cuccagna, durante i lavori di ristrutturazione di Palazzo Braschi – attuale sede del Museo di Roma - e molto probabilmente apparteneva ai gruppi scultorei che decoravano lo Stadio di Domiziano (ne ho parlato qui).

Senza gambe, né braccia, col viso sfigurato dal tempo, la misero all’angolo di Palazzo Braschi, nell'attuale piazza di Pasquino - che prima di Pasquino si chiamava Parione - dove ancora si trova. Non sappiamo perché i romani l’abbiano chiamata così ma molto presto la statua cominciò ad essere utilizzata per esporre taglienti satire contro i potenti e soprattutto contro il governo del Papa.

Ricordiamoci che Roma è stata governata dai Papi fino al 1870 quando l’Unità d’Italia mise fine al potere temporale. Infatti, se anche oggi non è molto conveniente esprimere apertamente le proprie opinioni se queste contrastano con i poteri forti, al tempo della Roma dei Papi, si poteva perdere anche la vita. Se da piazza di Pasquino, attraversate Corso Vittorio Emanuele e andate a Campo de’ Fiori per esempio - 5 minuti a piedi - vedrete di cosa sto parlando! Al centro della famosa piazza del mercato infatti, c’è la statua di Giordano Bruno, arso sul rogo proprio lì per aver detto apertamente ciò che pensava.

Sotto lo Stato Pontificio, chi sapeva scrivere e voleva esprimere le proprie idee rimanendo vivo allo stesso tempo, usava il nostro Pasquino, scrivendo in forma anonima il suo malcontento e attaccandolo di notte al collo della statua. La mattina dopo, tutti correvano a vedere cosa avesse detto Pasquino e invano le guardie del Papa cercavano l’autore di quelle critiche. L’ha detto Pasquino! E così i potenti sapevano cosa il popolo pensasse di loro. Questi attacchi satirici al potere si chiamano a Roma "Pasquinate".

E quando i Papi decisero di far sorvegliare Pasquino da guardie notturne? I romani appesero le loro critiche ad altre statue. Ecco perché le statue parlanti sono ben 6!

Anche oggi, se avete qualcosa da dire contro i vostri Governi, potete scriverlo su un foglio di carta e attaccarlo al collo di Pasquino. L’unica cosa che non dovete scrivere è il vostro nome perché sarà la statua che si prenderà la responsabilità delle vostre parole al posto vostro.

Le altre statue parlanti in cui mi imbattevo spesso sono Madama Lucrezia, chiamata così dal popolo di Roma ma che in realtà è ciò che resta di una statua di Iside e l’Abate Luigi, forse appartenente all’apparato decorativo del Teatro di Pompeo e che ora si trova a piazza Vidoni sul lato della Chiesa di Sant’Andrea della Valle.

Di seguito, vi lascio i nomi e gli indirizzi delle altre nel caso vogliate salutarle la prossima volta che sarete a Roma: Il Facchino, via Lata; Marforio, piazza del Campidoglio; il Babuino, via del Babuino;

Madama Lucrezia, Piazza di S. Marco

firma federica
Federica

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