Oggi vorrei fare con voi un giro immaginario in questa bellissima piazza, una delle icone di Roma, partendo da un ricordo molto personale. Un ricordo non mio veramente ma di mio nonno che, per alcuni anni, quando era bambino, ha abitato con la sua famiglia in un appartamento dentro questo portoncino. Accanto, c’era e per nostra fortuna ancora c’è una delle mie pasticcerie preferite. Ve ne parlerò.
Quando mio nonno abitava qui, la strada che ora si chiama Corso Rinascimento, non c’era ancora e il quartiere, le case, i vicoli continuavano ininterrotti dal Pantheon fino al grande spazio libero disegnato da Piazza Navona. Noi siamo ancora davanti al portoncino ma ricordatevi che la prima cosa che dovrete notare quando visiterete questa piazza di Roma, non è la fontana al centro disegnata dal Bernini che pure è assolutamente magnifica ma la strana forma dello spazio in cui vi troverete.
Teniamo sempre a mente le due parole “stratificazione” e “riciclo” a cui accennavo nell’home page e continuiamo a camminare intorno alla piazza lasciandoci alle spalle il portoncino di mio nonno.
Ora siamo sul lato corto, all’imbocco di via Agonale che ci porterebbe proprio dentro la piazza. Ma non entriamo ancora. Fermiamoci un momento e diamo uno sguardo da qui. Guardate quanto è lunga Piazza Navona! Quando pensiamo ad una piazza, la immaginiamo rotonda, quadrata, trapezoidale, ellittica ma non certo così! Da dove gli viene questa forma così eccezionale? Lasciamo l’imbocco di via agonale e facciamo ancora pochi passi più avanti. Ecco: qui sotto c’è la spiegazione.
Davanti a voi, uno dei cancelli di ingresso dello Stadio fatto costruire dall’Imperatore Domiziano nell’85 d.C. e tornato alla luce nel 1936, proprio durante i lavori per la costruzione di Corso Rinascimento, la via dove ora si apre il portoncino di mio nonno. Se guardate con attenzione, si vedono ancora i gradini per raggiungere gli spalti proprio come in uno Stadio moderno. Al posto delle gradinate oggi ci sono i palazzi intorno ai quali abbiamo camminato per arrivare qui. Anche quello del portoncino di mio nonno. E l’arena dell’antico Stadio è la piazza, piazza Navona, dove ora entriamo. Vedete come curva la forma di quel palazzo? In realtà segue esattamente la forma dello Stadio che si trova sotto i nostri piedi. Se potessimo scavare ancora, troveremmo sicuramente altre tracce archeologiche dello Stadio ma naturalmente non possiamo farlo perché, come vedrete, le nostre case sono costruite sopra le antiche rovine.
So cosa state per chiedere adesso e la risposta è no: in questo Stadio non c’erano i gladiatori ma vi si svolgevano i giochi olimpici che piacevano tanto all’Imperatore Domiziano come la corsa, il lancio del disco o del giavellotto.
E forse proprio a ricordo degli sforzi ginnici degli antichi romani – o molto più probabilmente perchè piazza Navona a quell’epoca era come il “cortile” di casa per i bambini che ci abitavano – mio nonno mi raccontava che ci giocava a palla con gli amici e facevano le squadre e le fontane…eh! Le fontane erano le porte! E quando si sentiva un fischietto non era l’arbitro ma la polizia che gli correva dietro mentre loro scappavano perché neanche allora era permesso giocare a palla a piazza Navona. Per fortuna, mio nonno correva più veloce!
Federica